domenica 6 aprile 2014

Abolizione delle Provincie? Con la riforma in fondo cosa cambia?



Il sentimento di grande cambiamento che il governo vuole diffondere, in fondo si traduce nell'ennesima mossa di cambiamento dell'ordine degli addendi che porta ad un unico risultato. I poli si dividono ma questa abolizione è un dato di fatto. Le Province non possono essere abolite senza una riforma costituzionale, ma con il provvedimento che porta la firma del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio subiscono una mutazione, in quanto con 260 sì e 158 no, la camera dà il via al disegno di legge Delrio che era stato già approvato in prima lettura e modificato dal senato. Ma cosa prevede la legge che andrà a modificare le competenze ed i confini delle amministrazioni locali? 
La cosa più importante da dire è che sul fronte del risparmio non si avranno affatto quei tagli che Delrio e il premier Renzi avevano stimato in un miliardo di euro, ma si riducono ad una semplice ipotesi sovra stimata di poco più di 150 milioni, in quanto i consiglieri, sono con la manovrona, sostituiti da funzionari. Spacciare questo per grande risparmio mi sembra alquanto affrettato. Continuando in attesa dell'abolizione del Titolo V della Costituzione che rappresenta l’ultimo scoglio prima dell’abolizione definitiva, le  Provincie si trasformano in enti territoriali di area vasta, di secondo grado. Anche dal nome il metodo di semplificazione è ben evidente a tutti, non credete? 
Il presidente dell'ente territorale di area vasta, di secondo grado, sarà il sindaco del comune capoluogo, poi ci sarà l’assemblea dei sindaci, che raggrupperà tutti i primi cittadini dei comuni limitrofi e il consiglio provinciale che sarà costituito da 10 a 16 membri, in base alla popolazione, scelti tra gli amministratori municipali del territorio. Per nessuno di questi organi è previsto un compenso.
Questi nuovi enti avranno la semplice pianificazione di trasporti, ambiente e mobilità, e manterranno la gestione dell’edilizia scolastica. Tutte le altre competenze passeranno ai Comuni a meno che le Regioni non preferiscano tenerli per sé. Dal 2015, poi, le città metropolitane subentreranno alle province omonime (sindaco metropolitano sarà il sindaco del comune capoluogo). Sono Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Roma capitale (con poteri speciali per effetto del suo ruolo), Napoli e Reggio Calabria (che partirà però nel 2016).
A queste si aggiungono le città metropolitane istituite conformemente alla loro autonomia speciale dalle regioni Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna ossia Trieste, Palermo, Catania, Messina, Cagliari. Il territorio delle città metropolitane coincide con quello della omonima provincia. La città metropolitana disporrà dei seguenti organi: un sindaco metropolitano, il cui incarico è esercitato a titolo gratuito, e due assemblee (presiedute dal medesimo sindaco), il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana.
I nuovi enti che sostituiranno le province a partire dall’1 gennaio 2015 sono enti di secondo livello, per i quali non ci saranno più elezioni dirette né per i presidenti né per le assemblee provinciali. Quindi le elezioni provinciali già fissate per il prossimo 25 maggio non si terranno.
Detto questo pongo una domanda molto semplice: Vi sembra una cosa sensata far amministrare le Provincie ad i comuni? La funzione che oggi in teoria deve avere una provincia è di tipo territoriale al di fuori dei singoli comuni, quindi credete che comuni vicini si mettano di "comune" accordo per le opere pubbliche da svolgere al di fuori dei loro singoli confini territoriali, se spesso nemmeno oggi gli stessi comuni riescono a salvaguardare e mantenere i propri?
Si arriverebbe al punto di delegare, come accade tutt'ora, alle Regioni, che in passato non avrebbero dovuto rappresentatare un problema per l'aumento della burocrazia, in quanto si sarebbero occupate esclusivamente di competenze differenti.
E' questo, secondo voi, il compito che stanno svolgendo le Regioni oggi? 
A me sembra che le Regioni sono diventate loro stesse degli enormi carrozzoni, che hanno esponenzialmente aumentato la burocrazia sviluppando un vero e proprio cancro di cui non se ne conosce e se ne individua la frammentazione. Sinceramente non vorrei ri arrivare a questo punto.
Quindi, concludendo, la parola abolizione ha un senso molto più ampio! 
Abolire le Provincie? E perchè no! L'idea non sembra male. Il problema non stà nell'idea ma nel suo sviluppo. In fondo verranno eliminati circa 3500 eletti ma si genereranno nuovi posti e posizioni in ambito politico, questo non contrasterà di certo la diffusione del "miltincarico" generando una continua crescita di figure, ("Lup man - Dott. - Ing. - Gran farabutt. di cran croc - figl de putt") responsabili degli scandali di cui tutti siamo testimoni. Ma poi avere tutte queste aree metropolitane quando Francia e Germania ne hanno un paio a testa e l'Inghilterra una sola.
Non ho parole! Sembra di giocare una partita a "RisiKo Italia" dove se conquisti il sindaco del comune ti ritrovi anche l'amministratore dell'area metropolitana e chissà cos'altro.


By Steve per tivedoitalia

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